Al Torrino, marito
alcoolista denunciato per maltrattamenti, lesioni e minacce, ma a piede libero.
Che fare?
Arrivo al Torrino in una buia sera di pioggia fitta. Riconosco, dopo un bel po’, da alcuni alberi vetusti e imponenti, la zona che era, quarant’anni fa, soltanto campagna, con un casale, Casal di Decima, dove si festeggiavano Capodanni sessantottini riscaldati quasi soltanto dal vino e dall’immaginazione al potere.
Arrivo al Torrino in una buia sera di pioggia fitta. Riconosco, dopo un bel po’, da alcuni alberi vetusti e imponenti, la zona che era, quarant’anni fa, soltanto campagna, con un casale, Casal di Decima, dove si festeggiavano Capodanni sessantottini riscaldati quasi soltanto dal vino e dall’immaginazione al potere.
«C’erano
prati, colline, cavalli e mucche, che pascolavano sotto casa». Così la rivista
del quartiere rievoca quegli anni, ed ha cura di ricordare che le prime case di
Decima, 1965, di mattoncini color arancione , poggiavano sui Piani Piloti,
invenzione di Le Courbusier, «qui riproposta dal nostrano architetto
razionalista Luigi Moretti».
Ora il quartiere appare una città-satellite, con round-point ornati di grama erba a facilitarne la viabilità, e grandi edifici residenziali di qualche eleganza, pur se di difficile identificazione-li contrassegnano, nei multipli gemelli, lettere dell’alfabeto sparse senza regole.
Ora il quartiere appare una città-satellite, con round-point ornati di grama erba a facilitarne la viabilità, e grandi edifici residenziali di qualche eleganza, pur se di difficile identificazione-li contrassegnano, nei multipli gemelli, lettere dell’alfabeto sparse senza regole.
Cerco una
signora, G.R., che, secondo il comunicato emesso dal Commissariato Spinaceto,
«esasperata dalle continue angherie subite dal marito nel corso di un lungo
matrimonio, nella notte ha chiamato la figlia, che abita altrove, chiedendole
di raggiungerla per parlare col padre.
La figlia ha
immediatamente chiamato il 113 della Questura per richiedere l’intervento della
Polizia di Stato. I poliziotti a bordo della volante del Commissariato
Spinaceto hanno dapprima soccorso la donna che è stata medicata dai sanitari
dell’Ospedale Sant’Eugenio, con 10 giorni di prognosi per contusioni recenti,
repertandole anche una pregressa frattura, per poi provvedere a calmare l’uomo,
pregiudicato italiano di 47 anni, che, al termine degli accertamenti, è stato
denunciato in stato di liberà, per maltrattamenti, lesioni e minacce».
Una
ordinaria storia di violenza quotidiana in famiglia, prolungata per un paio di
decenni, mi chiedo dove si sarà rifugiata la signora G.R. per scampare al
ritorno del marito - denunciato sì, ma a piede libero - nella casa coniugale.
Nessuno risponde al campanello. «Sarà chiusa a chiave dentro casa, poveretta,
oppure dalla sorella...», mi dice una condomina che s’affaccia a vedere chi
c’é.
Mi fa
entrare, riprende il suo lavoro a maglia - una calda sciarpa di lana viola - e
racconta: «No, la figlia non abita da un’altra parte, può essere che ieri notte
stava a casa della famiglia del fidanzato, poverella, l’ho vista crescere, era
ancora in carrozzina quando è arrivata qui, deve avere una ventina d’anni, si
sono goduti, madre e figlia, e pure il fidanzato,un bravo ragazzo, un paio di
mesi di pace, forse anche sei mesi….Lui stava in carcere perché l’hanno preso
che voleva accoltellarla, la moglie... E quella volta gliel’hanno data, la
galera... Ma qua c’è sempre un gran casino... Il fatto è che lui beve, e non
lavora più da anni. Non è stabile, nessuno lo vuole, lei lavora per tutti e
tre, al bar di suo zio... Perché la figlia studia... Anche il marito faceva il
barista...».
Chiedo a
Teresa Manente, l’avvocata di “Differenza Donna”, l’Associazione che da decenni
si occupa di donne vittime di violenza domestica: «Ma non esiste una legge che
vieta al marito o al convivente denunciato per violenza in famiglia di tornare
a casa dalla moglie e dai figli? Mi ricordo che Anna Finocchiaro, quando era
Presidente della Commissione Parità, aveva preparato un disegno di legge per il
quale il marito violento veniva allontanato dal magistrato 24 o 48 ore dopo la
denuncia, e la proposta successivamente era stata fatta propria da Livia
Turco... Che cosa è successo dopo?»
«24 o 48 ore no, ma c’è una misura cautelare che può essere richiesta dal Pm ma anche dalle forze dell’ordine che hanno ricevuto la denuncia, come in questo caso.. Perché sia applicabile, e cioè per vietare al marito violento il ritorno a casa, si deve chiedere il 282 bis del Codice di Procedura Penale».
«24 o 48 ore no, ma c’è una misura cautelare che può essere richiesta dal Pm ma anche dalle forze dell’ordine che hanno ricevuto la denuncia, come in questo caso.. Perché sia applicabile, e cioè per vietare al marito violento il ritorno a casa, si deve chiedere il 282 bis del Codice di Procedura Penale».
Di Adele Cambria
15 gennaio 2009