Torno
a scongiurarvi tutti in generale… che dismettiate quella rabbia
contumace e quell’odio tanto criminale contra il nobilissimo sesso
femenile; e non ne turbate quanto ha di bello il mondo, e il cielo con
suoi tanti occhi scorge. Ritornate, ritornate a voi, e richiamate
l’ingegno, per cui veggiate che questo vostro livore non è altro che
mania espressa e frenetico furore.
Chi è più insensato e
stupido, che quello che non vede la luce? Qual pazzia può esser più
abietta, che per raggion di sesso, esser nemico all’istessa natura….
Mirate chi sono i maschi, chi sono le femine. Qua scorgete per suggetto
il corpo, ch’è vostro amico, maschio, là l’anima che è vostra nemica,
femina. Qua il maschio caos, là la femina disposizione; qua il sonno, là
la vigilia; qua il letargo, là la memoria; qua l’odio, là l’amicizia;
qua il timore, là la sicurtà; qua il rigore, là la gentilezza; qua il
scandalo, là la pace; qua il furore, là la quiete; qua l’errore, là la
verità; qua il difetto, là la perfezione; qua l’inferno, là la
felicità;….
E finalmente tutti vizii, mancamenti e delitti son
maschi; e tutte le virtudi, eccellenze e bontadi son femine. Quindi la
prudenza, la giustizia, la fortezza, la temperanza, la bellezza, la
maestà, la dignità, la divinità, cossì si nominano, cossì s’imaginano,
cossì si descriveno, cossì si pingono, cossì sono.
E per uscir
da queste raggioni teoriche, nozionali e grammaticali, convenienti al
vostro argumento, e venire alle naturali, reali e prattiche…
Giordano Bruno, De la causa principio et uno