Una giovane sposa pakistana. |
Oltre 700 milioni di donne sono state date in matrimonio prima dei 18 anni. Abbandonano così la scuola prima del tempo, hanno gravidanze precoci e restano escluse dalla vita sociale della propria comunità.
“Mi hanno data
a mio marito quando ero bambina e non ricordo nulla perché ero davvero troppo
piccola. È stato mio marito a crescermi”. Kanas, una ragazza etiope che oggi ha
18 anni, si è raccontata con queste parole alla fotografa americana
Stephanie Sinclair, autrice di un ampio lavoro per immagini e video in vari
Paesi del mondo, che è diventato la mostra itinerante Too
Young to Wed (“Troppo giovane per sposarsi”) sostenuta dall’Onu per
sensibilizzare su un problema globale che è la radice di un circolo vizioso di
degrado e sottosviluppo. Le ragazze date in spose da piccole abbandonano la
scuola, hanno gravidanze precoci che le espongono a seri rischi sanitari e
restano escluse dalla vita economica e sociale delle loro comunità.
Quante e dove
Quante e dove
Secondo l’Unicef nei Paesi
in via di sviluppo circa 700 milioni di donne oggi adulte sono diventate mogli
prima dei 18 anni e, di queste, una su tre ha contratto matrimonio prima dei
15. Ogni anno la gravidanza o il parto uccidono 70 mila adolescenti il cui
corpo è troppo acerbo per generare nuove vite e dal 2003 a oggi c’è stato solo
un leggero decremento, pari al 9%, dei matrimoni precoci. L’Unicef ha
elaborato una statistica mondiale considerando donne che oggi hanno dai 20 ai
24 anni e che si sono sposate prima dei 18: in cima alla triste classifica c’è
il Niger, dove il 76% delle 20-24enni ha subito un matrimonio precoce, seguito
dalla Repubblica Centrafricana (68%), dal Chad (68%), dal Bangladesh (65%), dal
Mali (55%) e dal Sud Sudan (52%). L’India, che ha una percentuale di spose
bambine del 47%, detiene però il primato in termini assoluti, con oltre 10
milioni di donne sposate prima dei 15 anni. Seguono il Bangladesh (2 milioni e
300 mila), la Nigeria (oltre un milione e 100 mila), il Brasile (877 mila),
l’Etiopia (673 mila) e il Pakistan (600 mila). Circa la metà delle giovanissime
spose vive in Asia meridionale, e una su tre in India, dove si è verificato un
calo delle bambine accasate prima dei 15 anni (dal 23.5% al 18.2%) ma nel
frattempo sono aumentati i matrimoni delle ragazze tra i 15 e i 18 anni (dal
26.7% al 29.2%). In Africa subsahariana, l’Unicef prevede che il numero delle
spose bambine raddoppierà entro il 2050, e sarà la Nigeria a registrare il
numero assoluto più alto nel continente.
Perché
Fattori economici si intersecano a tradizioni di subalternità femminili. Nelle aree più povere del pianeta, far sposare la propria bambina significa ricevere una dote dalla famiglia del marito, e laddove le figlie femmine non vengono mandate a scuola, è quasi naturale che diventino mogli da giovanissime, anche per la convinzione dei genitori di difendere in questo modo il loro onore. L’istruzione è un indicatore chiave: in Nigeria, per esempio, l’82% delle donne analfabete si sono sposate da minorenni.
Fattori economici si intersecano a tradizioni di subalternità femminili. Nelle aree più povere del pianeta, far sposare la propria bambina significa ricevere una dote dalla famiglia del marito, e laddove le figlie femmine non vengono mandate a scuola, è quasi naturale che diventino mogli da giovanissime, anche per la convinzione dei genitori di difendere in questo modo il loro onore. L’istruzione è un indicatore chiave: in Nigeria, per esempio, l’82% delle donne analfabete si sono sposate da minorenni.
Come agire
Girls Not Brides (“Ragazze, non spose”) è una
campagna globale con base a Londra che riunisce oltre 400 organizzazioni della
società civile impegnate a sradicare la pratica dei matrimoni precoci in vari
Paesi. E l’emergenza di oggi è l’aumento delle spose bambine tra le famiglie
siriane rifugiate in Giordania, che in questo modo cercano di ridurre il
proprio carico economico e di proteggere le figlie dalle violenze sessuali.
Emanuela
Zuccalà
Per informazioni:
info@GirlsNotBrides.org