sabato 25 gennaio 2014
DICI-AMO NO AL FEMMINICIDIO - GRUMO NEVANO (NA) -
Sabato 25 gennaio 2014 alle ore 17.00, nello
splendido Auditorium della Parrocchia di Santa Caterina a Grumo Nevano,
l’associazione “Un amore Speciale” e il gruppo “Siamo Innocenti” presentano:
DICI-AMO no al femminicidio.
E’ lunghissimo l’elenco delle donne uccise nel
2013, le vittime sono state 128. Una violenza, quella contro le donne, che si
scatena quasi sempre all’interno delle mura domestiche, all’interno di rapporti
affettivi, provocando, quando non si arriva alla morte, danni gravissimi nella
dimensione della fiducia, sia verso se stessi che verso gli altri. Colpisce il
35% delle donne nel mondo, a prescindere dalla religione e stato sociale.
Dietro queste cifre ci sono drammi e vite scippate. Donne uccise per gelosia.
Donne uccise perché avevano lasciato. Donne uccise perché maltrattate per anni.
Donne uccise perché donne.
Convinti che molte morti possono essere
evitate con la denuncia e la guida di persone specializzate, il gruppo “Noi
siamo innocenti” formato da artisti ed esperti accomunati dalla finalità di
sensibilizzare sul fenomeno femminicidio, attraverso l’Arte e sotto la guida di
specialisti, presenta le opere realizzate per la prevenzione e l’educazione al
rispetto e alle differenze di genere.
Modera: Enzo Marseglia: presidente
dell’associazione Un amore speciale.
Interverranno: Dott. Vincenzo Brasiello:
Sindaco di Grumo Nevano. Padre Domenico Silvestro: parroco della parrocchia di
Santa Caterina. Anna Del Prete (assistente della Polizia di Stato), dott.
Ludovico Carnile (Gruppo Siamo Innocenti – psicologo clinico e assistente
sociale), prof.ssa Michela Buonagura (poeta -Gruppo Siamo Innocenti), prof.ssa
Teresa Commone videopoesia (poeta - Gruppo Siamo Innocenti) dott.ssa Rosa De
Nicola (avvocato -Gruppo Noi siamo innocenti), dott.ssa Eva Schioppa.
Esporranno le loro opere gli artisti: Pina
Candileno (Gruppo Siamo Innocenti – pittura) Salvatore Pasovino D’Ambrosio
(Gruppo Siamo Innocenti – pittura e fotografia)- Stefania Miro (scultura)-
Nicola Villano (pittura).
Con la partecipazione della flautista Monica
Manzo e del percussionista Roberto Mauro.
mercoledì 22 gennaio 2014
CHI SEI?
Ho aperto quella porta
sei entrato come sei entrato
nella mia vita, piano e sottovoce.
ti ho aperto la porta
piena di speranza e di sogni,
rimasti là per aria..
mentre mi colpivi..
I tuoi occhi, le tue labbra,
quella voce...non ti riconosco,
chi sei ora, tu che mi colpisci
sul viso, sul corpo....
non riesco più a reagire....
Ti guardo ma sono immobilizzata
dai dolori al ventre...
stordita dai colpi.
Amore mio dove sei?
Chi è quest' uomo che usa il tuo corpo
per farmi del male?
Chi è quest' uomo che usa il tuo corpo
per uccidere il nostro bambino?
E ti guardo mentre mi versi
sulle labbra qualcosa che brucia...
ma cos'è? un elisir d' amore?
brucia...è acido...
Ma perché?
perché fai questo?
chi sei tu?
oh dio mio.....
stiamo morendo,
accoglici almeno tu...
Simona Maggiore
diritti riservati
domenica 12 gennaio 2014
FEMMINICIDIO: IL PERCHÉ DI UN NEOLOGISMO
Il termine
femminicidio, con le sue varianti femicidio e femmicidio, è entrato nel
linguaggio comune.
Esaminiamone
il significato.
Il Vocabolario Treccani
online così recita:
” femminicidio (feminicidio), s. m. Uccisione diretta o provocata, eliminazione fisica o
annientamento morale della donna e del suo ruolo sociale. È
l’olocausto patito dalle donne che subiscono violenza: da Nord a Sud, per
aggressioni domestiche o fuori di casa, per casi meno eclatanti o finendo
all’ospedale quando non al cimitero. Per mano di famigliari, compagni,
congiunti, per lo più. (Roberto Lodigiani, Stampa, 17 gennaio 2008, Novara, p. 65).
femmicidio (o femicidio) s. m.
Omicidio di donne da parte di uomini, in particolare come conseguenza di
mentalità e comportamenti di stampo sessista; femminicidio. ◆ Dall'ingl. femicide, a sua volta composto dal s. feme ('donna,
moglie') con l'aggiunta del confisso -cide
('-cidio').
In Devoto-Oli
2009 sta ad indicare non solo “l’uccisione di una donna o di una ragazza”, ma
anche “qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di
matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di
annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino
alla schiavitù o alla morte”.
Michela Buonagura
venerdì 10 gennaio 2014
DOMINA E FEMINA
DONNA E FEMMINA DERIVANO DAL LATINO ED HANNO DIVERSE SFUMATURE DI SIGNIFICATO
(Pablo Picasso – Maternità -) |
DOMINA
La
parola italiana “donna” deriva dal latino domina, che significa “
padrona, signora”. Da domina si ebbe nella tarda latinità domna (con la
caduta della –i) e da questa forma facilmente si passò all’italiano
“donna” (termine in cui il gruppo –mn si trasformò in –nn per il
fenomeno della assimilazione regressiva).
C’è da chiedersi come mai dal significato originario di padrona si sia arrivati a quello assai diverso di “donna”. Ciò è dovuto al fatto che in età medievale, e specialmente nella poesia amorosa, la creatura femminile è sentita come “padrona del cuore” (domina cordis) del poeta. Da questa accezione rimase il termine “donna” che poi si è evoluto fino all’attuale significato.
C’è da chiedersi come mai dal significato originario di padrona si sia arrivati a quello assai diverso di “donna”. Ciò è dovuto al fatto che in età medievale, e specialmente nella poesia amorosa, la creatura femminile è sentita come “padrona del cuore” (domina cordis) del poeta. Da questa accezione rimase il termine “donna” che poi si è evoluto fino all’attuale significato.
FEMINA
Dalla
radice fe, portatrice dell’idea della fecondità e dell’allattamento,
presente in diverse parole latine come fetus ( feto) e fecundus
(fecondo), deriva il sostantivo femina che indica la femmina (sia di
uomini che di animali) in quanto essere fecondo e in grado di allattare,
in contrapposizione al maschio.
Mentre in italiano il termine <femmina> assume spesso significato dispregiativo, in latino femina non ha alcun connotato negativo e in ambito umano veniva usato per indicare la donna in quanto madre.
Mentre in italiano il termine <femmina> assume spesso significato dispregiativo, in latino femina non ha alcun connotato negativo e in ambito umano veniva usato per indicare la donna in quanto madre.
Michela Buonagura
mercoledì 8 gennaio 2014
COSENZA, MASSACRATA DI BOTTE DALL’UOMO CHE AMA SUO MARITO
L’omofilo è fuggito dopo l’aggressione ed è ricercato dalla polizia che ha ricostruito la vicenda attraverso le immagini della videosorveglianza. L’omosessuale si è avvicinato alla donna, che era in giro col suo bambino, per “invitarla” a lasciargli il partner.
C’è
una storia d’amore clandestino che sarebbe dovuta restare lì, confinata nei
sentimenti più intimi. Meglio evitare sorrisetti e normali imbarazzi. E,
invece, il segreto di quel triangolo amoroso è affiorato drammaticamente ieri
mattina, poco dopo mezzogiorno, sul corso Mazzini, detonando in una lite
violenta. Non è la solita trama della rivalità mascolina per una donna
conturbante. Stavolta i protagonisti sono un uomo conteso, la giovane compagna e
un omosessuale perdutamente innamorato di lui. La donna, però, ha reagito,
tenendosi stretta il suo compagno. Lei, moglie e madre affettuosa, non ha
voluto che il “rivale” potesse allontanare il suo partner dalla famiglia. E
così ha tentato di difendere il suo territorio ma quello lì l’ha spedita in
ospedale massacrandola di botte, prima di darsela a gambe levate e forse dopo
aver tentato di prendere il bimbo. Sul posto è intervenuta la Volante che ha
avviato la caccia all’uomo.
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