… E
poi
dov’è
finito
quello
che chiamavo
(e
tu chiamavi)
amore?
Mi
tolgono il respiro
le
tue mani
(erano
seta
sulla
carne mia),
avide
non più di me,
m’illividiscono
il seno
(che
coprivi di baci),
mi
percuotono il ventre
(
pulsava di passione),
m’artigliano
la gola.
… E
poi
mi
chiederai perdono,
ed
io
(pazza
perduta)
ricucirò
l’anima franta
ancora
e ancora.
Ancora
crederò
le
tue lacrime essere vere,
le
mischierò alle mie
e mi
piegherò
(donna
perduta
per
una volta ancora)
alle
bugie.
…
Tra noi
s’approfondisce
il solco
(oh
quanto cresce
l’incertezza)
e
sale la paura
che
dopo avermi spento
l’anima
(in
un impeto d’ira)
mi
strapperai
la
vita.
Giuseppe Guaragna
Nessun commento:
Posta un commento