giovedì 12 settembre 2013

E POI




… E poi
dov’è finito
quello che chiamavo
(e tu chiamavi)
amore?
Mi tolgono il respiro
le tue mani
(erano seta
sulla carne mia),
avide non più di me,
m’illividiscono il seno
(che coprivi di baci),
mi percuotono il ventre
( pulsava di passione),
m’artigliano la gola.
… E poi
mi chiederai perdono,
ed io
(pazza perduta)
ricucirò l’anima franta
ancora e ancora.
Ancora crederò
le tue lacrime essere vere,
le mischierò alle mie
e mi piegherò
(donna perduta
per una volta ancora)
alle bugie.
… Tra noi
s’approfondisce il solco
(oh quanto cresce
l’incertezza)
e sale la paura
che dopo avermi spento
l’anima
(in un impeto d’ira)
mi strapperai
la vita.

Giuseppe Guaragna 

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