SE L'UOMO UCCIDE È COLPA DELLA DONNA: PERICOLOSE ELUCUBRAZIONI AL FAMILY DAY
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Kiko Arguello |
Ha fatto scalpore la relazione di
Kiko Arguello al family day di sabato 20 giugno.
Arguello è fondatore del cammino
neocatecumenale, un movimento nato in Spagna all’inizio degli anni ’60 per
formare ed evangelizzare i fedeli e, dato che parla solo se ha una croce
al suo fianco, sul palco di piazza San Giovanni ne è stata collocata una alta due
metri.
La star, parlando della famiglia,
ha presentato curiose teorie sul femminicidio, che hanno fato il giro del web,
criticate con toni aspri e accesi.
L'uomo ha introdotto il tema
asserendo che causa della violenza non è la dualità uomo donna, ma l’assenza
della fede in Dio.
L’ateo, l'uomo che rifiuta Dio,
non ha un ruolo nella vita, per cui finisce per trovarlo nella donna.
Così, se la moglie non lo ama
più, lo lascia, non si sente più persona e diventa un mostro. O cade nel buio
più profondo della depressione o uccide, “perché sente un dolore talmente
profondo che il primo moto è ucciderla, perché il dolore che prova è
quasi mistico” e per farle capire bene il concetto, ammazza pure i figli.
Secondo questa sua teoria,
semplicisticamente, e come sempre, è “colpa della donna“ se viene
ammazzata.
La donna, quindi, avrebbe una
grande responsabilità nei confronti dell’uomo, visto come essere incapace di
ragionare, un uomo che cede all’istinto, una bestia, in definitiva.
E, come tale, va giustificato.
L’affermazione di Kiko mette in
discussione anche il valore dell’educazione, della cultura, nella formazione
della persona, dato che solo Dio può colmare il vuoto dell’animo maschile.
Mi chiedo come mai questo vuoto
non colpisca anche le donne che, anzi, sono chiamate alla guida del povero
maschio, ma solo in questo caso, perché, a quanto ci risulta, in altri casi,
come nella direzione di un Paese, di un’industria o in altri importanti ruoli,
pare che possa.
Ma ritorniamo all’assenza di Dio che spinge al femminicidio.
Kiko è piuttosto disinformato,
perché gli uomini uccidono indipendentemente dall’appartenenza religiosa, anzi,
se proprio vogliamo dirla tutta, la religione ha una grave responsabilità in
merito.
Il femminicidio ha radici lontane, trova forza in storie e insegnamenti
misogini dei testi sacri, che hanno giustificato tale comportamento.
La misoginia delle religioni è
fortemente responsabile della morte di molte povere anime innocenti.
E Kiko, forse, non deve aver
studiato molto bene la Bibbia e i testi dei Padri della Chiesa perché avrebbe
dovuto sapere che nell’Antico Testamento era ammesso il delitto d’onore:
“Se la figlia di un sacerdote
si disonora prostituendosi, disonora suo padre; sarà arsa con il fuoco. Il
sacerdote, quello che è il sommo tra i suoi fratelli, sul capo del quale è
stato sparso l’olio dell’unzione e ha ricevuto l’investitura, indossando le
vesti sacre, non dovrà scarmigliarsi i capelli né stracciarsi le vesti”. (Bibbia,
Levitico, XXI).
E il discorso potrebbe continuare.
Michela Buonagura
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