mercoledì 7 ottobre 2015

FEMMINICIDIO E REATI DI GENERE: NUMERI IN CALO. MA È POLEMICA



Il Viminale traccia un bilancio sui reati di genere. 

Alfano: "Ottimi risultati della legge sul femminicidio". 

Il Cnr: "Non c'è inversione di tendenza"




(ansa) ROMA - In calo, nel primo semestre del 2015, i reati di genere, i maltrattamenti in famiglia, e il femminicidio. Ma è polemica tra il ministro dell'Interno che si auto attribuisce il merito, e il "Centro ricerche sulle politiche sociale" del Cnr secondo cui il fenomeno non è ancora in controtendenza. Secondo i dati del Viminale, gli omicidi di donne sono passati da 79 a 74 (meno 6,3%), e di questi, mentre quelli in "ambito familiare affettivo" (quindi che comprende anche uomini e minori) sono passati da 96 a 91 (meno 5,2%).
Per quanto riguarda la violenza di genere (prendendo in considerazione solo le "vittime di sesso femminile"), gli atti persecutori che hanno visto le donne come vittime sono passati da 6532 nel primo semestre del 2014 a 5141 nei primi sei mesi di quest'anno (meno 21,3%), i maltrattamenti in famiglia "o verso fanciulli" da 6791 a 5677 (meno 16,4 per cento), le "percosse" da 7492 a 6986 (meno 6,7 per cento), le violenze sessuali da 2158 a 1760 (meno 18 per cento). È calata, va detto, anche l'attività di contrasto a questo tipo particolare di fenomeno: gli ammonimento sono scesi da 742 a 709, gli alontanamenti da 149 a 144.

I dati sono stati forniti dal ministro dell'Interno Angelino Alfano oggi, al convegno "Stalking: ossessione criminale" organizzato presso la Scuola superiore di Polizia in occasione della presentazione della serie tv "Stalker", in onda a fine mese su Premium Crime. Difficile capire il perché del trend in discesa del femminicidio e dei reati di genere. Il ministro dell'Interno ci prova ad interpretare questo calo, prendendosene il merito politico. "Abbiamo avuto ottimi risultati dalla legge sul femminicidio - ha spiegato Angelino Alfano - ha funzionato la prevenzione, con l'ammonimento e l'allontanamento da parte del questore". "Lo stalking - ha rilevato il ministro - è un reato da punire ma occorre anche prevenire e proteggere: sono questi i tre pilastri della nostra strategia". Alfano ha ricordato che il governo garantisce a chi collabora e aiuta a denunciare "protezione e anonimato sia nella fase delle indagini che durante il processo. Non si tratta di una denuncia anonima, ma protetta". Il ministro ha ribadito che "con la legge abbiamo fatto un buon lavoro ma come sempre è perfettibile e non escludo altri interventi. Credo che il Parlamento potrà fare ancora molto".

Di diverso avviso Maura Misiti, studiosa dell'Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr. "Non mi sembra - spiega - che questi dati dimostrino una inversione di tendenza: 74 femminicidi rispetto a 79, è una fluttuazione semestrale poco idicativa. Il calo degli atti persecutori potrebbe anche essere effetto di quella legge che dice Alfano, anche se non si capisce quale possa essere stato l'effetto se l'attività della polizia, cioè gli ammonimenti, sono calati e non aumentati". "Alfano - aggiunge la ricercatrice del Cnr - parla di prevenzione. Ma questo nella legge non c'è. O meglio, c'è un articolo in cui sono previste azioni che però non sono state completate come, ad esempio, il Piano nazionale antiviolenza che risulta redatto, ma non ancora entrato in vigore. Ecco, al ministro consiglierei di concentrarsi sulla messa a regime di una vera azione di prevenzione". Va ricordato che un contributo alla contrazione del fenomeno, dal punto di vista culturale, l'ha dato anche il movimento di opinione contro il femminicidio sollevato da Serena Dandini con il suo spettacolo teatrale "Ferite a morte ". Uno spettacolo presentato in tutta Italia, all'Onu, al parlamento europeo e in tutto il mondo che ha avuto come obiettivo la sensibilizzazione dell'opinione pubblica in una fase di particolare recrudescenza (tra il 2010 e il 2012) dei reati contro le donne.

di ALBERTO CUSTODERO

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